Un pomeriggio qualsiasi
di un giorno come tanti.
Dopo la scuola i compiti a casa,
un pò di tv...qualche figurina
attaccata nel diario.
Una sistemata veloce ai capelli
legati con l'elastico rosso, lo stesso
della tua sorella e ti sei lasciata
la porta di casa alle spalle.
“Ciao mamma torno per le 18”
E la mamma che saluta dicendo sempre
di fare attenzione. Ma attenzione a cosa? ci si
chiede sempre.
A tutto e a niente piccola appena ragazzina.
A tutto e a niente perchè non si sa più
cosa si trova là fuori.
Il bene e il male
aspetta dietro l'angolo e non lo puoi prevedere.
Col tuo piumino sopra la felpa,
e le scarpe da ginnastica
per camminare comoda
e correre se ce ne fosse bisogno
attraversi le strade vicino casa prima
che faccia sera.
Una visita in palestra...hai salutato
le tue amiche e poi di nuovo fuori
nel freddo di novembre.
Un incontro non voluto,
una figlia mai avuta Yara,
un incubo che ci ha fatto svegliare tutti
la notte col cuore che martellava nel petto.
Yara col suo sorriso pulito verso la vita,
l'apparecchio per essere un giorno
più bella e desiderabile...da grande...
e invece no. A rubarle il presente e il futuro
l'incontro con l'ignoto, con quel male che
la maggior parte di noi ha letto solo nelle favole
e nei racconti del terrore.
Un urlo Yara, sentito per caso
e soffocato da chi aveva più forza di lei.
Un corpo martoriato Yara da uomini
che non hanno cuore o che l'hanno dimenticato,
Un fagotto Yara dimenticato in mezzo
alle sterpaglie e lambito da chi la cercava
disperatamente, vituperato dalle bestie
randagie che forse hanno avuto di lei
più pietà dell'uomo che l'ha uccisa.
Una notizia Yara che si perderà
come tante nella cronaca volgare e sguaiata,
un notiziario ascoltato da tante persone
che non si inteneriscono più
nemmeno di fronte all'innocenza
presa a lame di coltello.
Un fiore non ancora
sbocciato, reciso a forza
e poi gettato in quel campo
d'inverno dove per tanto tempo
l'ha nascosto la neve;
un bellissimo fiore
che non ce l'ha fatta
a vedere Primavera.
Un dolore così
forte da non poterlo
nemmeno immaginare,
sordo come il silenzio,
livido come la lontananza.
Ovunque tu sia
Sarai qualcosa che assomiglia alla Primavera